Riflessioni sui Principi del Tenshin-sho Jigen Ryu e Ryushin Jigen Ryu

 Riflessioni sui Principi

del Tenshin-sho Jigen Ryu e Ryushin Jigen Ryu

di Malcolm Tiki Shewan

Dalla mia esperienza con Otani Yoshiteru ed il suo insegnamento informale

del TSS Jigen Ryu fra il 1971 e il 1981.

 

 

Prefazione di Tiki a questo aggiornamento.

Prima che leggiate il seguente testo vorrei sottolineare che è stato redatto nel 2009, quando questa Scuola cominciava ad aprirsi ad un più vasto pubblico. Ciò è stato particolarmente evidenziato con il cambiamento di nome in Ryushin Jigen Ryu. Poiché la situazione aveva continuato ad evolvere una nuova denominazione si era resa necessaria. Attualmente la Scuola di Kawabata Sensei ha formalmente adottato il nome di Ryushin Shochi Ryu. Le parole di Otani Sensei che ricordo sono trascritte in italico. Si tratta di concetti che trasmetteva durante le sue lezioni. Li cito qui in ricordo di quello che ho imparato sotto la sua guida.

 Cenni storici:

Questa Scuola è originaria del Kyushu – in particolare di Satsuma Han. Otani Sensei chiamava la Scuola originaria di Satsuma (oggi Kagoshima): “Togo Jigen Ryu”. Jigen Ryu fu fondata da Togo Bizen no Kami Shigekure Chui (1563-1643), lui stesso aveva seguito l’insegnamento delle scuole Taisha Ryu Shinkage Ryu di Marume Kurando e Tenshin Sho Jigen Ryu che deriva dalla tradizione Shinto Ryu. Studiò TSSJR a Kyoto nel 1588 presso un monaco Zen di nome Zenkichi (Akasaka Yokuro) che fu, apparentemente il terzo e ultimo Soke di questa Scuola. Taisha Ryu fu la Scuola ufficiale di Satsuma Han e venne dunque insegnata ai bushi di questa provincia durante il periodo in cui viveva Togo Shigekure. In seguito, la sua padronanza dei due stili gli permise di crearne uno nuovo, più aggressivo e più efficace: il Jigen Ryu (scritto con altri kanji). Otani Sensei credeva che la Scuola che praticava si fosse strutturata durante il periodo Edo. Probabilmente per la legge Sankin Kotai i samurai di Satsuma dovettero adattare il loro stile Jigen, troppo grezzo, al nuovo ambiente metropolitano, proprio della città di Edo, con le relative differenze sociali e culturali. Secondo il Sensei la Scuola conobbe il suo apogeo dopo il 1800, in particolar modo nel periodo che precedeva il Rinnovamento Meiji. L’affisso “Tenshin-sho” è dovuto al rapporto storico che lo lega al Shinto Ryu (Tenshinsho Katori ??).

Cenni sui principi:

Uno dei principi importanti della Scuola era che il primo taglio dovesse essere conclusivo o almeno il più efficace possibile. Questa consapevolezza elevò l’arte della scherma al punto che il concetto di Ai-Uchi divenne fondamentale.

Le tecniche includevano la possibilità di essere toccati o feriti purché si ottenesse la vittoria (il 10% di perdite per ottenere il 100% di vittoria – "Se l'avversario mi taglia gli abiti, io gli taglio la carne ; se lui taglia la mia carne, io gli taglio le ossa."). Erano essenzialmente pratiche.

Non erano impregnate di considerazioni morali o dettate da un codice etico di comportamento nel combattimento. Ad esempio si poteva tranciare il polso all’avversario per poi mantenerlo a distanza fino a che non s’indeboliva a causa della ferita e infine sferrare il colpo mortale. E’ questo carattere offensivo che diede alla Scuola la sua cattiva reputazione. Fu per molto tempo considerata una Scuola di assassini. Era fondamentalmente una Scuola di Iai e, per vari motivi, fu tenuta segreta. I Kamae di base partivano con la spada nella saya. Non appena sfoderata, la lama era immediatamente rinfoderata per tornare al kamae di base. La velocità del Nukitsuke è fondamentale e tutto il lavoro al Dojo era mirato costantemente al suo perfezionamento. Il taglio di base è Kesa Giri ed i bersagli sono focalizzati sulle parti del corpo, dove le arterie e le vene più importanti sono vulnerabili. Dei principi di base furono insegnati ma i praticanti esperti potevano modificarli secondo le circostanze, le proprie capacità e esperienze. Di conseguenza esiste un gran numero di tecniche e variazioni. I kata potevano iniziare con Iaigoshi, oppure camminando, o anche da altri kamae della Scuola. Questa scelta, non formalizzata, era inizialmente quella dell’insegnante per diventare poi quella del praticante. Allo stesso modo si potevano intercambiare chiburi e noto scegliendo tra quelli proposti dalla Scuola (per esempio: chiburi/noto di itomagoi, o anche di rentatsu, potevano essere utilizzati per torabashiri o inazuma, o ancora soppressi per rinfoderare direttamente come in Denko). Era dunque a discrezione del praticante avanzato scegliere e combinare i kata “a proprio piacimento”.

La Scuola contiene un vasto repertorio di tecniche in piedi. Nonostante ciò si considera che tutto quello che si esegue in piedi può essere adattato in seiza e viceversa; e così pure in diverse direzioni. Sta al singolo praticante sviluppare questo lavoro. Ugualmente la maggior parte delle tecniche di odachi poteva essere eseguita (o adattata) al kodachi e viceversa. I kata si praticano in 3 forme:

• solo (tandoku)

• con avversario (sotai)

• con tameshi giri.

Alcune forme variabili erano praticate al bokken, fukuro shinai, mugi-to o shinken. Molti kata avevano delle varianti (choden, chuden, okuden). Talvolta non si trattava che di un dettaglio per rendere il movimento più rapido o più efficace, oppure di un piccolo cambiamento di livello (jodan, chudan, gedan), o ancora di un diverso bunkai. Queste variazioni potevano a volte generare dei kata apparentemente diversi e ciascuno poteva essere applicato a diverse situazioni. Il praticante era tenuto a saperli padroneggiare per rendere logiche ed efficaci le loro applicazioni.

Metodi di trasmissione di Otani Sensei.

Otani Sensei era molto discreto per tutto ciò che riguardava il TSS Jigen Ryu ma, allo stesso tempo era entusiasta di trasmettere le sue conoscenze a coloro che stimava. La trasmissione di questo sapere avveniva sempre, direttamente, da individuo a individuo. Le sue dimostrazioni (embu) erano il suo unico modo di "insegnare" i movimenti e si doveva praticare “mitori geiko” per memorizzarli. Mostrava certe cose ad alcuni senza che gli altri lo sapessero. So che ha aiutato Harvey Konigsberg, me stesso, Tom Dreitlein e Phil Ortiz (ce ne sono stati altri sono certo!) ma ci chiedeva di essere discreti e di non eseguire mai le tecniche in Dojo. Ho conosciuto qualcuno che commise questo errore e che fu severamente rimproverato. Sensei ci chiese di rispettare il carattere privato del Ryu e ci fece promettere di non insegnarne le forme. D’altro canto Otani Sensei ci insegnava in modo più aperto una serie di 5 Kumidachi con il Daito e una serie di 5 movimenti al Shoto, come pure delle variazioni fra loro. Per le 5 di base parlava di “Omote” e di “Ura” per le variazioni. Il primo Kumidachi s’ispirava chiaramente a “Inazuma”. Il secondo Kumidachi a “Kesa Giri” e "Denko". Il terzo a “Mae” (Ippome) e/o a “Do Giri”. Il quarto riproduceva una situazione in cui gli avversari si avvicinavano frontalmente (spada nel fodero). Ryubi ne è un esempio. Il quinto, dove gli avversari si affiancano, conteneva degli elementi che troviamo oggi nella serie del Kumidachi Ura (Sen no Makiotoshi e Sandan Tsukisake). Le stesse similitudini o delle varianti di questi kumidachi si trovano anche nella serie di Shoto Kumidachi e in altri kata della Scuola.

Otani Sensei diceva spesso: "Qualunque sia la Scuola o il kata che state studiando il vostro movimento sarà sempre l'espressione del livello col quale eseguite Shohatto in Omori Ryu.".

Rispetto a ciò che ho visto allora, alcune cose oggi sono leggermente cambiate:

-     da Otani, l’hanmi era molto più pronunciato (era un suo lavoro personale?). Ora sembra essersi “raddrizzato” ma ciò potrebbe essere          valido solo per il livello iniziale del curriculum del Ryushin (?),

-     non esisteva una distinzione così netta di livello. Tutto era insegnato come un tutt’uno, più liberamente. Piuttosto sembrava che                  esistesse un movimento di base, seguito da innumerevoli varianti dinamiche.

-     la velocità e l’opportunismo erano fondamentali e, in nessun caso, dovevano essere sacrificati al concetto del “Tadashi Katachi”:                  l’aspetto pratico era più importante,

-     sembra esistesse un principio di base (Kihon Waza) che era insegnato e da cui sono derivati spontaneamente gli Oyogi,

-     waza e/o variazioni erano simili al modo in cui era strutturato e insegnato l’Aikido piuttosto che a quello più formale e preciso del Kata         che troviamo nel Shinto Muso Ryu Jodo o nel Muso Shinden Ryu Iai, per esempio. Non ricordo alcun riferimento all’esistenza di un               sistema di Kyu-Dan…

Il suo recente utilizzo non avrebbe forse subito l’influenza di altre strutture moderne di Budo, quali il Kendo, e portato alla rielaborazione della didattica e del curriculum del TSSJigen, affinché la Scuola sia più in linea con le altre discipline marziali contemporanee? Questo metodo non potrebbe diventare causa di scissione all’interno della Scuola? Tutto ciò si saprà in futuro. Otani Sensei sembrava convinto del fatto che il TSSJR si fosse costituito entro la fine del periodo Edo. Tuttavia le ricerche storiche e genealogiche intraprese fino ad oggi ne confermano né rigettano questa ipotesi. Potrebbe essere utile conoscerne la storia precisa prima del 1960, se la cosa fosse possibile… 

Comunque, sarebbe auspicabile che la Scuola realizzasse uno storico “ufficiale” per chiarire la situazione nell’interese di tutti e porre fine a teorie fasulle (e fantastiche) che adesso circolano. Oppure dichiarare ufficialmente che Ryushin Jigen Ryu è, semplicemente un nuovo inizio. Tutto ciò renderebbe più consapevole e serena la scelta dei praticanti di entrare o no a far parte di questo Ryu. Oggi, considerata la scissione tra Ryushin (Jigen) Shochi Ryu e Tenshin Sho Jigen Ryu, RSR dovrebbe teoricamente essere considerato uno Ha (o Ryuha) della Scuola originale. Ma tenuto conto della netta frattura fra queste due scuole non sarebbe coretto parlare di "TSSJR - Ryushin Shochi Ha".: meglio dunque considerare RSR come una Scuola nuova e indipendente.

Le dimensioni ottimali di una spada, per praticare RSR (secondo Kawabata Terutaka):

- Lunghezza : ni shaku ni sun go bu, 68,58 cm, 27 inches

- Peso : 725 gr

- Sori (curvatura) : 1,9 cm

- Lunghezza tsuka : da 22,35 a 22,6 cm /da 8,8 a 8,9 inches

 

(Vi ricordo che la misura di 2 shaku 3 sun / 69,69 cm / 27,5 inches corrisponde alla lunghezza standard di una katana, particolarmente durante il periodo Edo.)

 

Novembre 2009 (revisione 2014)